Prenderla con filosofia non significa affrontare le cose con troppa leggerezza. Almeno a Roccella jonica la pensano così. Qui un gruppo di ex studenti dell’Unical nel 2010 ha dato vita a una scuola estiva di alta formazione proprio in filosofia. Tutto così serio da portare nella cittadina marittima gente anche dall’estero. E questa volta non per il rinomato festival del jazz.
Il prof Nizza
Angelo Nizza è uno dei cervelli che ha costruito questo presidio culturale. Oggi insegna storia e filosofia in un liceo di Oppido Mamertina. Il progetto nasce tra i cubi dell’Università della Calabria. Più precisamente nello studio di Mario Alcaro, allora docente nell’Ateneo di Arcavacata e direttore del dipartimento di Filosofia. Un manipolo di ragazzi brillanti butta giù un’idea che conquista anche il professore Giuseppe Cantarano. Complice il mare di Roccella e la capacità organizzativa di un gruppo affiatato, nel cuore della Locride arriva gente come Remo Bodei, nome noto della filosofia italiana. Allora insegnava alla prestigiosa Ucla di Los Angeles. Avrebbe diretto la scuola estiva per tanti anni. Un appuntamento fisso. Diventando cittadino onorario di Roccella. Un posto particolare. Dove approdano le carrette del mare coi migranti. E la gente è ospitale alla maniera greca.
Scholé in trasferta
Alla morte del prof Mario Alcaro, la famiglia offre i soldi vinti con il premio Sila ai ragazzi di Roccella. Grazie a questa donazione nel 2011 nasce l’associazione culturale Scholè per dare continuità alla organizzazione della scuola estiva (oggi diretta da Bruno Centrone e Salvatore Scali) che raddoppia, diventando pure invernale. Le attività si moltiplicano. Compresi i seminari nelle superiori. Non solo in Calabria. Nel 2023 sono già in programma due trasferte a Mirandola in provincia di Modena e Civitanova Marche. «Fare filosofia con i ragazzi, – sostiene Angelo Nizza – approfondimento con relatori di altissimo livello leggendo direttamente i testi è un’operazione non solo culturale e didattica ma anche politica. Le scuole e l’università sono sotto attacco da 30 anni. Aziendalizzare è la parola d’ordine da abbattere».
Un tè con Platone
Socrate e Platone non bastano. Arrivano corsi di fisica, latino e greco. L’Ora del tè è un appuntamento dedicato a letture e conversazioni su argomenti di varia natura, filosofia compresa. Un giardino consente di portare all’esterno gli incontri in primavere e in estate. Qualche film da proiettare e una fisiologica attività ricreativa completano l’offerta. Anche per aggiungere un po’ di spensieratezza. Non fa mai male.
Pochi soldi molta passione
Scholé si regge sull’autofinanziamento. «Se si organizzano attività – spiega il prof Nizza – il nostro progetto comunitario vive e prosegue, altrimenti è un problema. Tessera, contributo spontaneo, cene sociali consentono di fare le cose liberamente, senza dipendere da nessuno».
Durante il primo lockdown il meccanismo va in tilt. «Abbiamo rischiato di chiudere senza attività in presenza. Non basta il web che abbiamo pur utilizzato». L’unico contributo fisso viene dal Comune di Roccella. Un capitolo di bilancio è dedicato a Scholé. Non è una cifra altissima. Ma è già una gran cosa.
Il consiglio regionale per alcuni anni ha dato un contributo alla scuola estiva quando era presidente Nicola Irto. Oggi è tutto finito. E con i bandi della Regione pensati per grandi eventi è davvero difficile ottenere finanziamenti.
Il legame con l’Università di Macerata
Un protocollo di intesa lega Scholé all’Università di Macerata. Dove insegna Storia della filosofia antica Arianna Fermani, condirettore della scuola estiva a Roccella. L’Unical, solo ateneo in Calabria ad avere facoltà umanistiche, non ha un rapporto formale con Scholé. Ma una serie di suoi prof tra cui Fortunato Cacciatore (altro condirettore della scuola estiva), Guido Liguori, Felice Cimatti, Luca Parisoli, Giuliana Commisso hanno dato, e in alcuni casi continuano a dare, il loro contributo. Tanti altri sono passati dalla suola estiva. Del comitato scientifico fa parte «Gianni Vattimo, uno dei padri del Pensiero debole, che ha soggiornato per un’intera settimana a Roccella jonica, vagando all’interno della cittadina e conversando con la gente. Ha percorso in macchina tutta la Locride». Racconta Nizza.
La filosofia diventa pop ma non è show
«Se per pop intendiamo popolare allora sì, siamo pop». Angelo Nizza ci tiene a precisare: «Un pubblico variegato partecipa alle nostre iniziative. Per esempio molti adulti frequentano il corso base di filosofia. Non serve essere già esperti di Hegel. Basta una sana curiosità e il gioco è fatto.
Non è un pubblico di soli specialisti. Così la filosofia parla a più persone possibile in un senso democratico; anche a chi nella vita si occupa di altro. Tutto senza puzzetta sotto il naso e arroganza da intellettuali.
Ci guadagnano tutti a Roccella. Non mancano le ricadute positive sul commercio. «La cultura innesca l’economia – sottolinea Nizza – e non il contrario. Fare alcune cose in un piccolo centro ha vantaggi relazionali. Penso ai fornitori, alla gente, la città, tutti i componenti di una comunità».
Marx a Roccella jonica
Scholé ha un taglio chiaro, netto. Si capisce dagli argomenti trattati: una scuola estiva dedicata alla rivoluzione, un’altra a Marx. «È apartitica ma fortemente politica» – confessa Nizza: «Non è un festival di filosofia. Non è spettacolo, non è intrattenimento. Non c’è consumo, ma c’è uso. Uso che implica la cura, l’aver cura». Non è un caso se i prossimi appuntamenti sono dedicati a un pensatore rivoluzionario come Spinoza con un week end filosofico in programma dal 26 al 29 gennaio.
Caro collega Pino Certomà
Ci siamo quasi. La biblioteca di Scholé sta per partire. C’è una persona che ha contribuito più di tutti alla sua nascita. È Pino Certomà, originario di Roccella. Ha lavorato come assistente sociale nelle carceri. Abitava a Roma. Ha studiato la filosofia da autodidatta. Al punto da possedere una biblioteca piena di testi fondamentali della materia. Tornava ogni anno in occasione della scuola estiva. Partecipando attivamente agli incontri. Uno di casa a Scholé. Un «caro collega» come lo definì Gianni Vattimo. Oggi Pino non c’è più. La sua famiglia ha donato tantissimi suoi libri ai ragazzi di Roccella jonica. Altri sono stati regalati da Remo Bodei e Pietro Montani. Un bel gruzzolo che aumenta di giorno in giorno. Una specie di «resistenza culturale», dice Angelo Nizza. In una Calabria che ne ha sempre più bisogno.