Da Arpanet al Web: Internet fa quarant’anni

Dai primi esperimenti finanziati dal Pentagono all'interconnessione globale. Se n'è discusso a Villa Rendano nel dibattito che ha inaugurato il calendario 2023 degli eventi della Fondazione Giuliani

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Il web fa quarant’anni. Non proprio quello che conosciamo, ma quello, pionieristico, senza il quale non vivremmo le attuali possibilità della rete.
Se ne è discusso nel dibattito Interconnessione planetaria: dall’alba di Internet alla comunicazione globale, che ha inaugurato, il 25 gennaio, il calendario 2023 degli avvenimenti organizzati a Villa Rendano dalla Fondazione “Attilio e Elena Giuliani”.

Dai protocolli ai containers: i segreti della connessione

Protagonisti dell’incontro, due big dell’informatica (non solo) calabrese: Domenico Talia, professore di Sistemi di elaborazione delle informazioni, e Antonio Palmiro Volpentesta, professore di Marketing per ingegneria gestionale, entrambi presso l’Unical.
Allora: qual è stato il percorso da Arpanet, la prima rete specialistica a internet? «Un percorso in continua espansione», ha spiegato Talia, «sviluppatosi grazie ai protocolli». Cioè quelle sigle che tutti gli utenti incrociano nella navigazione quotidiana: ip, http, https, ecc.
Questi protocolli, ha specificato Volpentesta, «possono essere paragonati ai containers per il trasporto delle merci», cioè sono mezzi standard per far viaggiare le informazioni.
Coincidenze della storia: non è un caso che protocolli informatici e containers siano stati messi a punto negli anni ’80.

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Villa Rendano

Internet tra tecnica e consenso

La strada che porta alla connessione globale è fatta di due cose: tecnica e consenso. Del primo aspetto si è occupato Talia, che ha raccontato l’evoluzione della rete, dai primi esperimenti pionieristici finanziati dal Pentagono all’odierna diffusione di massa.
Sul secondo aspetto si è soffermato Volpentesta, che ha invece spiegato i motivi per cui Internet ha avuto successo.
Secondo i suoi calcoli, entro il 2040 è previsto il “pareggio”: tanti esseri umani, altrettante connessioni. Ma, attenzione: esistono, infatti, sette miliardi di device su otto miliardi di abitanti del pianeta. Quindi il “break even” potrebbe verificarsi prima.

Cimitero delle tecnologie

L’affermazione del web, cioè l’attuale configurazione della rete, non è stata facile né scontata.
«La storia è anche un cimitero di tecnologie, spesso più valide di quelle attuali, che sono state accantonate solo perché non hanno avuto successo», hanno spiegato i due scienziati.
E, per quel che riguarda il web, c’è l’imbarazzo della scelta: sistemi operativi promettenti superati dall’attuale duopolio Windows-Os, mezzi fisici (laserdisc o il mitico floppy) ingurgitati dalla gigantesca memoria collettiva in cui si è trasformata la rete. Ne sono un esempio i cloud, capaci di stivare quantità immense di dati.

Domenico Talia

Costi e benefici

La prossimità del break even tra esseri umani e device, pone alcuni interrogativi che dividono gli specialisti in “integrati” e “apocalittici” (tra questi ultimi spicca Evgenij Morozov, duro critico dell’operato delle “big five”).
«Tutto ha i suoi costi», ha commentato Volpentesta. Ma i benefici possono valere il prezzo dei sacrifici in termini di privacy che affrontano tutti gli utenti del web.
Per ora, almeno…

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