Due eventi internazionali che raccontano la Calabria meglio di mille sagre

Tra il Pollino e New York teatranti che campano di teatro e musicisti che operano contro la retorica dei cervelli (e strumenti) in fuga

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«Emme’ a Dario, Saverio e Settimio su Rainews!!!».

Spesso, in Calabria, perché un “evento” – scusate la parola – “culturale” – scusate la parola/2 – sia riconosciuto come tale serve un passaggio sulla Rai – fosse anche quella regionale («Compa’ ti ho visto al tg3»). In questo caso era il circuito nazionale e gli screenshot dei tre dioscuri – sì, è un paradosso – di Scena Verticale e della Primavera dei Teatri hanno riempito le chat ammirate dei cosentini in preda o meglio vittime del vorticoso zapping domenicale tra conflitto russo-ucraino, cronaca nera morbosa e celebrazione kitsch dello scudetto partenopeo.

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Dario De Luca, Saverio La Ruina e Settimio Pisano

Dal Pollino a New York

Domenica sera finiva a Castrovillari Primavera dei teatri, 23esima edizione, mentre oggi inizia e finisce a New York l’evento – scusate la parola/3 – in occasione dell’uscita della prima compilation della Respirano Records, l’etichetta che il cosentino Luigi Porto ha fondato nella Grande Mela in pieno lockdown: la compilation ospita artisti di NYC e Cosenza. Si tratta di «un lavoro di ricerca durato un paio d’anni, ma abbiamo messo insieme dei bei pezzi e alcuni sono secondo me dei capolavori, alcuni di artisti sconosciuti al grande pubblico, stili differenti ma affini all’art rock/psichedelia», spiega Porto, che da oltre dieci anni lavora e vive di musica a Manhattan (sì, si può fare!).

Cervelli in fuga per scelta

In queste ore va lì in scena il release party nello studio della Respirano (nata nel 2021 da un’idea dello stesso Porto, in seguito affiancato dal compositore newyorkese Ray Lustig), una “monthly studio” night con un giro di diversi artisti che ruotano attorno, una sorta di mini Factory incentrata uptown Manhattan. Sette progetti newyorkesi e cinque made in Cosenza nella prima compilation, intitolata No Need To Fear: piedi nell’isolotto più bello del mondo, ma testa e braccia e cuore saldamente in Calabria, o nelle varie subcolonie occupate da cervelli (e strumenti) in fuga, spesso per scelta e non per necessità come invece piacerebbe e farebbe comodo a certa narrazione lacrimevole.

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New York

Connettere New York e Cosenza

Non per essere ombelicali, ma tra i nomi degni di nota oltre a Porto segnaliamo i bruzi Gintsugi – al secolo Luna Paese, cosentina di nascita che da tempo vive in Francia – con le sue atmosfere intimiste e dilatate; Al The Coordinator, ovvero Aldo D’Orrico, poliedrico cantautore e chitarrista nato e cresciuto a Cosenza; Remo De Vico, compositore e sound designer anche lui nato e cresciuto a Cosenza, dove ha fondato il laboratorio elettroacustico del Miai; infine Paolo Gaudio, batterista, compositore e sound designer, classe 1991, che invece vive e lavora a Milano.
Per una volta non è la fuffa de «il/la cosentin* che fa le sue cose all’estero» ma è proprio un lavoro internazionale che connette Nyc con Cosenza. Bravi.

Primavera dei teatri: un dovere morale

Primavera dei Teatri, al contrario, non è una performance di una serata bensì quella che definiremmo una manifestazione lunga, riconosciuta e storicizzata. E soprattutto ospitata da sempre in Calabria, toponimo che indica la location – scusate la parola/4 – ma anche il sostegno istituzionale.
Eppure la novità di quest’anno è stata tornare «alla sua collocazione primaverile, anche prendendoci il rischio di non attendere l’avviso pubblico regionale sugli eventi – spiegano Dario De Luca, Saverio La Ruina e Settimio Pisano – che da anni sostiene economicamente il festival per due terzi del suo budget. Primavera dei Teatri, che apre ogni anno la lunga stagione festivaliera in Italia, deve poter assolvere alla funzione di presentare e accompagnare i debutti nazionali. (…) Inoltre (…) nasce da un dovere morale verso i cittadini di una regione carente di offerte culturali. (…) La grande sfida è stata e rimane quella di avvicinare la gente comune» al palcoscenico e a ciò che gli ruota intorno.

Ospiti da tutta Italia

Se a New York ci sono i cosentini come ospiti, a Castrovillari gli ospiti sono le compagnie teatrali di tutta Italia. Il festival diretto da La Ruina, De Luca e Pisano ha presentato oltre 40 momenti di spettacolo dal vivo tra teatro, danza, musica e performance accompagnati da residenze creative, workshop, reading, presentazioni di libri e convegni: 16 debutti assoluti, 4 anteprime, 4 coproduzioni e 3 progetti internazionali. Lo stesso De Luca ha proposto il suo Re Pipuzzu fattu a manu – Melologo calabrese per tre finali con Gianfranco De Franco, mentre La Ruina ha portato in scena il suo ultimo lavoro Via del Popolo, nelle stesse ore in cui veniva candidato come migliore novità al premio Le Maschere del Teatro italiano.

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Gianfranco De Franco

Primavera dei teatri oltre le «splendide cornici»

Contro i numeri zero delle sagre mordi e fuggi con tanto di neomelodico nella «splendida cornice» di un borgo magari resiliente – scusate la parola/5 –, ecco invece una mole non indifferente di nomi, cifre – stilistiche e di presenza – e copertura mediatica che smentiscono il mantra delle prefiche calabre («qui non si può fare nulla»).
Capannoni abbandonati restituiti alla fruizione artistica, tributi in morte a Renato Nicolini e Franco Scaldati e in vita alla iconica – scusate la parola/6 – Patrizia Valduga. Momenti di sogno, silenzio e aggregazione, riflessione, risate e commozione.
Certo serve sostanza ed esperienza per riempire di magia un festival. «Che lavoro fai?». «L’attore». «Ok, ma il vero lavoro?». «Questo. Questo che vedi». Anche in Calabria si può.

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