Cento anni per la cultura: l’anniversario di Luigi Pellegrini

Oggi il secolo della nascita del pioniere dell'editoria calabrese, scomparso sei anni fa. Rilanciò la Questione Meridionale e denunciò il disagio socio economico del territorio

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«Tornai a Cleto da Salerno, dove avevo studiato, con il titolo di maestro elementare e una Olivetti Lettera 22 nella valigia»: così Luigi Pellegrini ricordava, in una delle sue ultime interviste, l’inizio della sua avventura umana ed editoriale in Calabria.
Pellegrini all’epoca era più che ventenne e Cleto non era il borgo medievale per turisti alternativi che conosciamo oggi.
Il paesino del basso Tirreno cosentino era la classica zona disastrata del Sud con situazioni di altissima drammaticità. «Mancava l’acqua e le persone per approvvigionarsi avevano solo una fontanella da cui correva un filo esile. Ricordo ancora le file», raccontava ancora Pellegrini alle soglie dei novant’anni, dopo una carriera lunghissima. Il 21 febbraio ne avrebbe fatto cento, si presume con la stessa lucidità di allora.

Luigi Pellegrini giornalista d’assalto

«Insegnavo alle scuole serali quasi gratis e, per arrotondare, facevo l’inviato per Il Tempo e Momento Sera, da cui guadagnavo circa 3-4 centesimi a riga».
Poi il primo scoop: «Arrivai in corriera a Cosenza per raggiungere Albidona e Alessandria del Carretto, dove documentai situazioni drammatiche in un’inchiesta per Il Tempo, a cui si ispirò Salvatore Foderaro, un deputato Dc di Sambiase, per un’interrogazione parlamentare, forse una delle prime sulle terribili condizioni della Calabria dell’epoca».
Ma le corrispondenze erano poca cosa. Da qui alla decisione di mettersi in proprio, il passo fu breve.

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Luigi Pellegrini

Nasce la Luigi Pellegrini Editore

Editori si diventa. Il primo passo di Luigi Pellegrini fu “artigianale”: «Dopo aver pubblicato Scintille, una raccolta di poesie, con l’editore Gastaldi di Milano, fondai la rivista mensile Il Letterato. La stampavo presso il tipografo Nicotera di Nicastro e la distribuivo da solo. Noleggiavo un’auto su cui caricavo le tremila copie della tiratura e raggiungevo le Poste di Cosenza per spedirle».
Nella Calabria in cui era quasi impossibile sopravvivere, il giovane direttore-editore aveva inventato una realtà editoriale promettente: «Oltre alla rivista, pubblicavo dei libri, che uscivano come allegati con un marchio curioso e dal suono un po’ esoterico: Ocril (Organizzazione culturale rivista Il Letterato). Dopo i primi venti volumi e visto il successo dell’iniziativa, decisi di metterci il mio nome».

Il primo best seller

Tra i meriti di Pellegrini c’è la riscoperta della Questione Meridionale, grazie a due collane di tutto rispetto: Fonti storiche della Calabria e del Mezzogiorno, diretta da Saverio Di Bella, ed Emigrazione, di Carmine Abate.
Il suo primo colpo da maestro fu la Storia della letteratura calabrese, scritta dal napoletano Antonio Piromalli e pubblicata in prima edizione nel 1969.
Fu il primo best seller: «Spaccai lo stock più volte e dovetti ristamparlo in continuazione per far fronte alle richieste».

Un’istituzione culturale

La Luigi Pellegrini Editore ha segnato il territorio di Cosenza con la sua presenza. Dapprima a via Roma (l’odierna via Misasi), poi a via Sambiase, infine a via De Rada.
Fu lucido fino alla fine e c’è chi lo ricorda ancora alla guida della sua Volkswagen.
Segno che la cultura fa invecchiare bene.

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