E il re del terrore diventò Diabolik sull’Isola di Dino

C'è un pezzo di Calabria nel passato del ladro più famoso del fumetto italiano. L'ultimo capitolo della trilogia cult dei Manetti Bros presentato al cinema Citrigno di Cosenza

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«Ho passato tutto questo tempo a dare la caccia a un fantasma. Però adesso stiamo per morire. Potresti dirmela la verità! Diabolik, chi sei?».
E così insieme a Ginko-Valerio Mastandrea scopriamo che l’antieroe creato negli anni Sessanta dalle mitiche sorelle Angela e Luciana Giussani è cresciuto sull’Isola di Dino, di fronte a Praia a Mare. È la location scelta, insieme alla Tonnara di Palmi, per raccontare la sua infanzia e la sua adolescenza, nell’ultimo film della trilogia dei fratelli Marco e Antonio Manetti.

I fratelli Antonio e Marco Manetti (foto Pietro Luca Cassarino, fonte Wikipedia)

Diabolik-Chi sei?, prodotto da Mompracem e da Rai Cinema, è stato presentato al Citrigno di Cosenza nelle stesse ore in cui usciva in tutta Italia. In sala con Antonio Manetti, Giampaolo Calabrese, project management della Calabria film commission, che ha contribuito alla realizzazione, il presidente regionale dell’Anec Pino Citrigno e la giornalista Rosa Cardillo.
«Le maestranze calabresi hanno una marcia in più, è incredibile», dice Antonio Manetti. «Lavoriamo sempre con la stessa troupe, siamo una famiglia, ma ogni tanto abbiamo incluso qualcuno proveniente da questa regione, ragazzi e ragazze non alfabetizzati cinematograficamente e che sono cresciuti in fretta; con il resto della squadra spesso siamo rimasti meravigliati dalle capacità dimostrate».

Le riprese del film dei Manetti Bros sull’Isola di Dino

Da neonato a criminale… sull’isola di Dino

Nell’ultimo capitolo della saga si scava nel passato di Diabolik. Girato in un pezzetto di Calabria, a Bologna, Milano e Roma (tra la primavera e l’estate del 2022), è ispirato al numero 107 del fumetto, una storia che i cultori conosco bene.
Giacomo Giannotti e Mirian Leone interpretano la coppia del crimine. Il loro è un grande amore come quello tra l’Altea di Monica Bellucci e il commissario di Clerville. Deliziosa Barbara Bouchet che appare nei panni di una contessa, mentre Carolina Crescentini, anche lei in una breve parte, ricorda un personaggio di Omicidio a luci rosse di Brian de Palma.
Il futuro criminale viene salvato in mare, neonato, da un manipolo di criminali che lo porta sull’isola (di Dino) dove crescendo imparerà, grazie a chimici, medici e ingegneri pazzoidi, a costruire le maschere umane, a fabbricare trucchi meccanici rocamboleschi, a far scorrere fiumi di pentothal. E sono scene in bianco e nero con un sentore di espressionismo tedesco alla “dottor Caligari”. Sull’isola si aggira una pantera nera che semina il terrore e che tutti chiamano Diabolik. Una creatura che lo affascina, tanto da prenderne il nome.

La giornalista Rosa Cardillo e il regista Antonio Manetti

Palmi e il «film del cuore»

I fratelli Manetti sono romani ma originari di Palmi da parte di madre. Amano e frequentano la regione dello Stretto da sempre. In questo momento seguono il montaggio di U.S. palmese, finito di girare la scorsa estate, con Rocco Papaleo, Claudia Gerini, Massimiliano Bruni (stessi produttori del terzo Diabolik, con in più il patrocinio della Lega Nazionale Dilettanti).
Un’opera ottimista, «un film del cuore», confessa il regista, che segna il ritorno dei Bros all’abitudine di spaziare tra i generi.
«E’ dall’incontro con Giampaolo Calabrese che è nata l’idea. Durante le location per Diabolik ci chiese “perché non fare un film interamente dedicato alla regione?”. Io e Marco avevamo una storia, un progetto già scritto e messo da parte. Gliel’abbiamo raccontata e lui ha risposto: “Facciamolo!”».

Erano due ragazzini i Manetti, quando in un’osteria vicino allo stadio di Palmi, mentre mangiavano gelati, ascoltavano i racconti sulle imprese di un calciatore. «La squadra di calcio è una scusa per raccontare tante cose, è un film pieno di emozioni, sia sportive sia umane». Un film sulla Calabria migliore. «Vorremmo fare per questa terrà ciò che abbiamo fatto in Campania con il nostro Song’e Napule».
Molta musica (nel caso della premiata opera napoletana quella dei neomelodici, con il Lollo Love di Giampaolo Morelli), tenerezza, ironia, affetto. Nel cast anche Max Mazzotta e Paolo Mauro, attori calabresi che hanno lavorato in diversi film, molto impegnati sul territorio.

La copertina “stracult” del numero 107 di Diabolik

Maschere, vintage e tanta musica

Nel cast di Diabolik-chi sei? c’è Max Gazzè, un altro artista che da queste parti torna volentieri, grazie alla sua collaborazione con il musicista Checco Pallone e la sua orchestra. Interpreta il re del terrore che si traveste per una “missione” e indossa una maschera che ha la faccia… proprio di Gazzè.
L’attore Paolo Calabresi fa il cattivo, è King, il capo supremo della comunità di geniali delinquenti che popolano l’isola. È il primo avversario di Diabolik. Chi la spunterà?
Non spoileriamo, ma ci piace l’alleanza femminile tra Eva e la duchessa Altea di Vollenberg, per salvare i loro compagni dalle grinfie di una banda di rapinatori, talmente sopra le righe da provocare un effetto comico. Una parte della critica non è stata generosa con questo film. I Manetti pagano scelte coraggiose da apprezzare nel tempo. La loro trilogia è un’eredità importante per il cinema italiano.

I personaggi sembrano realmente fumetti. La cinepresa gli sta addosso esaltandone centimetri fisiognomici e sguardi. Ironici e fedeli agli effetti meccanici più che a quelli speciali, gli autori sembrano divertirsi a creare un film dall’allure vintage. Una pellicola forse un po’ lunga, come tante altre delle ultime stagioni cinematografiche, ma che offre più punti di osservazione: uno spasso è scovare gli oggetti e gli arredi di scena: dallo show di macchine d’epoca, alle lampade, alla varietà di telefoni della Sip.
Tutta la saga passerà l’esame dei botteghini degli States. I registi, che puntano sulla vena noir e su quel dna di cinema italiano apprezzato dagli americani.
E poi c’è l’amata musica. La colonna sonora originale, uscita anche in vinile, è di Aldo e Pivio De Scalzi, con una soundtrack a base il funky. E vengono in mente L’ispettore Coliandro e altri lavori dei Manetti. Canta anche il re del falsetto degli anni Settanta Alan Sorrenti. Ti chiami Diabolik è il brano d’apertura firmato insieme con i Calibro 35.

Da sinistra: Pino Citrigno, Antonio Manetti, Rosa Cardillo e Giampaolo Calabrese

Un via vai di registi e attori

«Abbiamo accolto la troupe e i Manetti con grande piacere e siamo orgogliosi – dice Giampaolo Calabrese della Calabria film commission, – di far conoscere il territorio attraverso una narrazione innovativa e di alta qualità». Inizia ad essere molto lungo l’elenco dei film realizzati nella regione in questi ultimi anni. La Fondazione avvierà corsi di formazione per personale specializzato, per poter rispondere alle richieste di produttori e registi che scelgono la Calabria. Partito da Cosenza Alessandro Gassman, dove ha soggiornato durante le riprese di alcune scene di A mani nude di Mauro Mancini, è arrivato l’attore americano James Franco, protagonista di Hey Joe di Claudio Giovannesi. Un magnifico via vai che si spera diventi una costante per una Calabria sempre più cinematografica.

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