Dionesalvi, Cosenza non dimentica la forza di un poeta

Il pensiero e le opere dell'intellettuale e attivista sono una bussola per leggere il presente e il futuro. Emozioni e inediti a Villa Rendano. A un anno dalla sua morte

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Ha costruito un edificio prezioso con la sua poesia, i racconti, i romanzi, gli articoli, i saggi. Fino all’ultimo giorno della sua vita ha continuato a lavorare strappando ogni lembo di tempo alla malattia impietosa che lo metteva a dura prova. Coraggioso e generoso con i suoi lettori, Franco Dionesalvi. Una statura da gigante che con il tempo dovrà essere ricostruita, in modo limpido come i suoi occhi.

«E vivo e parlo e canto e innamoro e soffio bocca a bocca». I suoi versi hanno invaso Villa Rendano, Sulla scia dell’aurora il titolo della serata in suo ricordo a un anno dalla scomparsa – aveva 66 anni – il 6 luglio del 2022. A organizzarla il Comune di Cosenza e la Fondazione Attilio ed Elena Giuliani, con Antonietta Cozza, delegata alla Cultura della Giunta Caruso e giornalista, a condurla con grande professionalità.

Franco Dionesalvi nel ricordo degli amici

Nel pubblico, in prima fila, il professore dell’Unical Pierangelo Dacrema, che con lui ha scritto a quattro mani Conversazione tra un economista e un poeta, testimone e protagonista delle ultime giornate di Dionesalvi, dedicate alla scrittura. Il libro, prima pubblicazione postuma del poeta, è una bussola di carta nel mare magnum di influencer, algoritmi, economia spietata che generano solitudine e nonsense esistenziale.
L’hanno ricordato le parole dei poeti Anna Petrungaro e Daniel Cundari, del suo amico Filippo Senatore, che ha inviato la sua testimonianza da Milano, dove lavora come bibliotecario al Corriere della Sera.

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Da sinistra: Anna Petrungaro, Antonietta Cozza, Concetta Guido

Anche io sono intervenuta, mi appare anomalo – è difficile che un giornalista scriva in prima persona – ma nello stesso tempo bello lasciare traccia della serata con questa breve cronaca. Con Franco abbiamo vissuto dialoghi intensi tra arte e vita, la forza dell’ironia disvelante che ti fa cogliere la sostanza delle cose e guardare negli occhi le cose più terrificanti per cercare di capirne il senso e poi tanti momenti creativi. Tra tutti, mi viene in mente, forse perché più vicina all’idea di cielo, una bizzarra e affascinante mostra sugli alieni e la Calabria, che lui intitolò Avvistamenti. La allestimmo nella Casa delle Culture di Cosenza (creata da lui stesso durante il suo assessorato), nel fatidico anno Duemila,  insieme a Michele Pingitore e agli artisti visionari Luca Scornaienchi, Tonino Iozzo e Raffaele Cimino.

Le opere di Franco Dionesalvi: novità in arrivo

I momenti musicali di Sulla scia dell’aurora sono stati curati, invece, dai Nimby. È una band rock che ha iniziato a collaborare con Dionesalvi nel 2006 e che, imbracciate le chitarre elettriche, ha reso un omaggio pregevole, musicando tre degli inediti dell’ultimissima produzione del poeta. La piccola raccolta che le contiene uscirà a settembre per le edizioni Erranti e sarà presentata all’interno del programma del festival Laudomia nella città bruzia.

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Rossana Bartolo, moglie di Franco Dionesalvi e Antonietta Cozza

A dare la bella notizia è stata la moglie del poeta, Rossana Bartolo. Nonostante la forte commozione per una perdita irreparabile, ha tracciato il percorso futuro: «Mi ha lasciato disposizioni perché rendessi nota la sua opera e la rendessi disponibile a chiunque l’avesse voluta studiare. Mi sto adoperando per questo: fra un anno uscirà la sua opera omnia poetica per la casa editrice Puntoacapo». E ancora: «Continuerò con il resto dei suoi scritti, raccoglierò i testi teatrali e i racconti inediti; raccoglierò i Sombreri, i suoi sferzanti elzeviri e altro ancora».

«Siamo tutti collegati»

È Anna Petrungaro a ricordare quanto scrive Edmond Jabès. « La morte è senza potere contro ciò che sta per germinare, crescere, espandersi. La poesia è un pensare contro l’oblio». Il pensiero di una conoscenza approfondita e di una diffusione più capillare delle sue pubblicazioni, è stato il nesso logico di ogni momento. E lui, il poeta, sembrava esserci tra i suoi affetti, i suoi amici, il pubblico, a reggere quel filo sottile e forte con il quale «siamo tutti collegati». Perché siamo «un po’ tutti uno la continuazione dell’altro», come ha scritto in lettere private e in frammenti, che sono bellezza poetica, pensiero e teoria di vita ed esortazione alla consapevolezza, alla gioia, all’attivismo culturale.

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Il pubblico nel giardino di Villa Rendano per “Sulla scia dell’aurora”

«Mi auguro – ha detto Anna Petrungaro riguardo all’opera di Franco Dionesalvi e alle prossime pubblicazioni – che riceveranno la giusta attenzione e diffusione, non solo dai singoli lettori ma anche dalle istituzioni amministrative e scolastiche, che ci sia l’impegno a programmare un lavoro che vada oltre la temporaneità dell’evento che è tale in quanto isolato dal resto, dalla consuetudine, che abbia la forza di permanere e di rifecondarsi».

Da Cosenza a Milano, tra amore e amarezza 

La poetessa, legata da un’amicizia ultraquarantennale a Franco Dionesalvi, con il quale, non ancora ventenni, condivise le esperienze teatrali della compagnia Nuova immaginazione, ha ricordato la «scelta amarissima» da lui fatta, a 60 anni, quando «dopo avere dato tanto e sperato incessantemente nella possibilità di un ulteriore radicamento di senso nella sua città, è emigrato a Milano».
E poi ha ricordato che in un video girato pochi giorni prima di morire, «spese indimenticabili parole d’amore per Cosenza, nonostante tutto. Invocò la cura della memoria di amici poeti come Raffaele de Luca e Angelo Fasano» e «il dovere morale, ripetutamente sollecitato, di intitolare loro qualcosa».

Nel corso della serata si è parlato anche della ricchezza dei contenuti di un romanzo dell’autore, L’ultimo libro di carta, pubblicato negli anni della pandemia. Un romanzo sulla guerra, sull’amore, sulla battaglia persa contro gli algoritmi che ci tracciano in ogni giornata, sulla perdita della memoria personale e collettiva.
Il suo sito e il suo blog sono due finestre dell’edificio prezioso che ha costruito. Contengono un’utile mappa per orientarsi tra tutti i suoi lavori, gli articoli e le lettere da Milano, gli scritti sui suoi “ragazzi”, gli allievi di una nuova Barbiana «del riscatto della dignità», come ha detto Filippo Senatore, che stava costruendo in Lombardia.

Parole che fanno bene al cuore

I Nimby – Aldo Ferrara, Francesco e Tommaso la Vecchia – oltre ad esibirsi hanno testimoniato il legame che li univa. Negli anni passati hanno musicato un racconto tratto dalla raccolta Libro della morte e delle cento vite e poi realizzato, insieme a lui, lo spettacolo di musica e poesia Pianure.

«Franco ci ha regalato la possibilità di metterci in gioco, di scoprire quanto è bello fare musica e innamorarsi delle parole; ci siamo divertiti, abbiamo scherzato, abbiamo sudato, faticato, lavorato insieme… ma, soprattutto, abbiamo passato momenti di intensa Felicità. Perché…”ci sono parole che fanno bene al cuore”». E altre che alzano muri, scrive Dionesalvi in una poesia intitolata la “Responsabilità”.
Noi, con lui, preferiamo le prime.

(Le foto all’interno dell’articolo sono opera di Ivana Russo, si ringrazia per averne concesso l’utilizzo)

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