Eranova è un paese particolare, nato dalla ribellione di una comunità di contadini calabresi al loro feudatario. Eranova è lo sfondo narrativo di Un paese felice, l’ultimo romanzo di Carmine Abate, uscito lo scorso ottobre per Mondadori.
Eranova, soprattutto, è la metafora delle contraddizioni di una modernità cattiva, che travolge le tradizioni senza costruire realmente: è il volto di Gorgone con cui spesso si è presentato il progresso in Calabria.
Di queste e altre cose legate al suo romanzo, parlerà l’autore in persona a Villa Rendano il 25 novembre alle 17 nel corso di una intervista dal vivo con Antonietta Cozza, consigliera comunale di Cosenza con delega alla Cultura.
Due parole su Carmine Abate
Carmine Abate è il classico migrante di successo: è nato nel 1954 a Carfizzi, in provincia di Crotone.
Di famiglia arbëreshë, dopo gli studi in Lettere a Bari ha seguito il padre emigrato. Perciò si è trasferito per alcuni anni in Germania. Per la precisione ad Amburgo, dove ha insegnato in una scuola per i figli degli emigranti e dove ha pubblicato i primi libri in tedesco. Sono l’antologia di racconti Den Koffer und weg! (inedita in Italia) e il saggio Die Germanesi (scritto con Meike Behrmann), pubblicato in Italia nel 1986 con il titolo I Germanesi da Luigi Pellegrini.
Tornato in Italia, Abate vive a Besenello, in Trentino. Il suo La collina del vento, (Mondadori, Milano 2012) ha vinto il Premio Campiello.