«Noi crediamo tanto nel progetto Insieme si cresce: coniuga l’impegno del settore privato di qualità con le istituzioni scolastiche e col mondo religioso. Tutto ciò per favorire la crescita culturale del territorio e l’inclusione sociale».
Così Walter Pellegrini, il presidente della Fondazione Attilio e Elena Giuliani ha commentato la conferenza stampa di presentazione di Insieme si cresce, svoltasi il 15 febbraio a Villa Rendano a Cosenza.
Alla manifestazione hanno partecipato Veronica Buffone, assessora al Welfare del Comune di Cosenza, Anna Cipparrone, direttrice del Museo Consentia Itinera, Roberta Coscarella, docente dell’Istituto comprensivo Fausto Gullo di Cosenza, e Gustavo Di Santo dell’Accademia da Vinci.
Il progetto in breve
Insieme si cresce, finanziato dall’Unione Europea con fondi del Pnrr, è un progetto che mira a combattere la povertà educativa e la dispersione scolastica.
Quattro i protagonisti dell’iniziativa: la Fondazione Attilio e Elena Giuliani, capofila del progetto, la parrocchia San Francesco d’Assisi di Cosenza, l’Ic Fausto Gullo e il Comune di Cosenza.
Attorno ad essi ruotano altri importanti soggetti del Terzo settore. E cioè: Arci Cosenza, Arca di Noè, Paolab, l’Accademia karate Costabile, Ops arte in corso e Movimento Statico.
Iniziato lo scorso maggio, Insieme si cresce ha coinvolto finora cento ragazzini tra i cinque e i dieci anni e le loro famiglie. I criteri di selezione dei beneficiari sono tre: l’appartenenza a comunità a rischio di emarginazione, la povertà e il disagio sociale e l’eventuale presenza di disabilità. L’imperativo è uno: includere.
Insieme si cresce: parlano i protagonisti
«Diciamo subito che l’aspetto economico (il censo, per dirla alla vecchia maniera) non è un criterio dirimente», spiega Veronica Buffone. Infatti, prosegue l’assessora, «le fragilità si trovano dappertutto e il disagio non è classista, ma colpisce ogni ambiente socio-familiare».
La casistica di ragazzi a rischio dispersione è ampia, specifica la professoressa Coscarella: «Si va dagli allievi dipendenti passivamente dall’hi-tech e dagli smartphone ai ragazzi che provengono da situazioni familiari piene di conflitti. La scuola, da sola, può non bastare a contenere e gestire queste problematiche, perciò i docenti più lungimiranti devono saper approfittare di tutte le opportunità che offre il territorio».
Ma come funziona il progetto? «Gli uffici Welfare del Comune», spiega Buffone, «stilano le liste dei bambini assieme agli istituti e poi, caso per caso, si scelgono le attività».
Così è stato per le attività di doposcuola e formazione, svoltesi nei locali della parrocchia San Francesco d’Assisi e per i laboratori di Villa Rendano. Il tutto con il coordinamento determinante dell’Accademia da Vinci.
Le attività di reintegrazione e recupero scolastico si basano su tre concetti chiave: legalità, ambiente e settore ludico-didattico.
I risultati finora, chiosa Di Santo, sono stati incoraggianti. Tant’è che l’incontro del 15 febbraio ha avuto anche il valore di un invito a tutti gli enti interessati a partecipare.
Insomma, fare rete si può. Perché Insieme si cresce non è solo un modo di dire.
Questo articolo fa parte di un progetto socio-culturale finanziato dalla “Fondazione Attilio e Elena Giuliani ETS”. L’impegno de I Calabresi e della Fondazione Attilio ed Elena Giuliani è quello di arare il terreno della memoria collettiva e trovare le radici da cui proveniamo per riscoprire la fierezza di una appartenenza.